mercoledì 29 giugno 2011

Il tizio di passaggio


Blocco dello scrittore. Pare sia quel periodo in cui uno scrittore non riesca a trovare l'ispirazione. E finisce che tutti quei romanzi, quelle avventure, quei sogni che affollano la tua mente, restino lì, confinati in chissà quale archivio della tua mente e proprio non riescano a trovare la via che porta alle falangi e quindi ai polpastrelli e quindi alla vita (nel senso letterario del termine!!!).
Fortuna che non sono uno scrittore, e forse neanche un bloggerista. Ma questa storia mi andava proprio di raccontarla.
Parla di un tizio. Un tizio normale, con tutte quelle che sono le accezioni che si possono dare al termine "normale". Nessuno sa come si chiami, da dove venga, cosa faccia nella vita. Se sia un losco individuo, oppure una pia anima dispersa, alla ricerca del suo Eden. Si sa che cammina, e nel suo peregrinare raccoglie storie. Tira fuori un quadernetto, piccolo, consunto ed una matita ridotta ormai ad un moncherino. Qualche graffio incomprensibile su quelle pagine, prima bianche, ora macchiate di grafite e segnate dal giallo del tempo che passa inesorabile, e prosegue per la sua strada. Qualcuno dice lasci il segno, qualcuno racconta che si è indifferenti al suo passaggio. Qualcuno lo osserva, in modo discreto. Cercando di comprendere chi è, perché è lì e perché il suo compito sia quello di strappare pezzi di quotidianità e trasformarli in storie. Storie da raccontare a chissà chi.
Infine, c'è qualcuno che si ferma dinanzi a lui e lo guarda. Non un semplice scambio di occhiate. Sguardi che si incrociano ed il tempo che, complice, si ferma. Di solito, di fronte a questo evento, il tizio di passaggio sorride. Lo fa con gli occhi, quelli stessi occhi che spesso tiene bassi, per osservare con discrezione il mondo intorno a sé. Lo fa con la bocca, col corpo, con ogni molecola del proprio essere. Succede che qualcuno ricambi quel sorriso ed il processo chimico sia il medesimo. Il tempo decide, beffardo, di ripartire. Il tizio di passaggio ricorda il suo compito e riparte a caccia di storia. Mentre comincia a seguire la rotta, indicata da una bussola che raramente segue il Nord, ma sempre la direzione giusta, succede che quel qualcuno (di cui sopra!!!) con la voce sostenuta gli dica "mi dispiacerebbe perderti di vista. Spero sinceramente che ciò non accada. Intanto... una buona giornata".
Qualcuno cercherà una morale in questa storia. Qualcun altro si annoierà alla seconda (forse alla prima) riga di questo blog. Qualcuno, semplicemente, vorrà conoscere questa storia e, arrivato in fondo, riuscirà anche a sorridere.

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