martedì 21 giugno 2011

Diario di viaggio


Teoricamente dovrei cominciare a scrivere questo post tra circa 30, forse anche 60 giorni. Perché una vacanza, se non è last minute, perde tutto il suo fascino. Tra amici che propongono la meta esotica, all'insegna del "sole, mare e gnocca tutto il giorno!!!" a quelli che "tutti da me... ho casa libera per tre mesi!!!" alla categoria "no... qualche giorno lontano da tutto e tutti mi ci vuole... giusto per staccare la spina!". Orgogliosamente facente parte di questa terza categoria, comincio a riflette fin d'ora su quale possa essere la meta ideale di un viaggio alla scoperta di un posto mai visto prima ed alla riscoperta di se stessi, altra meta spesso inesplorata.
Depennate anzitempo le mete cui, per accedere, devi necessariamente accendere un mutuo (e qualche cero ai santi pregando che sia sempre bel tempo!!!) cominci a sfogliare una margherita, i cui petali sono composti da : località balneari non particolarmente affollate, così da godersi sole e mare con gli amici; località balneari particolarmente affollate, così da non godersi sole e mare, ma la movida dal tramonto all'alba; la meta culturale, magari all'estero, magari nella grande città europea. Quella che ti strizza l'occhio ogni volta che entri nell'agenzia di viaggio, carico di sogni, di belle speranze, di b&b a prezzi così bassi che, alla fine, il gestore ti considera uno di famiglia da tenere sul groppone per 7 giorni e 7 notti.
Poi pensi... la mia meta ideale è un posto che contenga una storia. Non quelle che finiscono sulle guide turistiche o, peggio ancora, sui libri scolastici. Parlo di una storia che ti entri dentro e che ti lasci un segno indelebile. Così come indelebile deve essere il pennarello che riporterà su un taccuino, fedele compagno di viaggio, ogni singolo istante di questo racconto privato. Ecco... finalmente ho trovato il primo tassello di questo mosaico chiamato vacanza. Nella mia borsa da viaggio (non parlo della valigia... quella rimane confinata in camera. Parlo di una borsa che mi segua sempre) non mancherà di sicuro un taccuino e non potrò viaggiare senza una macchina fotografica, che mi permetta di fissare non soltanto i monumenti, ma quegli attimi di vita reale che rendono speciale un posto, qualsiasi esso sia. Aggiungiamoci un cappello da pescatore (piccolo vezzo di chi odia le mode!!!) e un paio di comodi sandali. Ci si può mettere in viaggio... La destinazione? Capirò quale sarà solo quando le dita impugneranno una matita e cominceranno a scrivere

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