domenica 5 giugno 2011

Il ragazzo... e lo scrittore


Guardando il mio blog mi sono detto "Urge nuovo post!". Si! Ma cosa scrivo? Potrei parlare del film appena visto, quel "Mr. Beaver" in cui uno straordinario Mel Gibson dialoga con castoro di peluche, ma non sono un critico cinematografico e dovreste andare in sala fidandovi di un occhio "comune". Potrei parlarvi dell'ultimo libro che ho letto. Un romanzo di Ernest Hemingway particolarmente bello, ma particolarmente recensito sulle pagine del quotidiano cui era allegato. Però... un momento... con il premio Nobel per la letteratura '54 (grazie wikipedia per la dritta!!!) una cosa in comune la ritrovo. Un vecchio taccuino con la copertina di pelle. Una matita e una serie di pensieri che trovano su quei fogli immacolati la loro collocazione. Ecco... durante questo weekend di pensieri ce ne sono stati tanti. E molti di essi sono finiti proprio lì. Sulle quelle pagine che aspettano avidamente storie, aforismi o semplici appunti. E rileggendoli mi accorgo che i miei appunti sono scritti al presente, qualche volta al futuro, "andrò lì prima o poi..." "farò questo e quest'altro pure...". Mai al passato. Non so... forse è la paura di sbagliare la coniugazione. Magari la volontà di guardare avanti, non preoccupandosi di ciò che è stato. Forse, più semplicemente, il voler chiudere col passato ed archiviare tutto in quella scatola dei ricordi che aprirai un giorno, quando sarai lontano lontano. Un puntino scuro all'orizzonte.
Hemingway, coi suoi diari, c'ha fatto una fortuna. Non m'illudo che la dea bendata sia così generosa anche col sottoscritto. Ma mr. Ernest non la prenderà a male se anch'io, come lui, fisso i miei pensieri su un taccuino. Dev'essere quella copertina di pelle che ha un fascino irresistibile

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