giovedì 11 ottobre 2012

Quel giorno in cui incontrai Dalì

Credo di non aver bisogno d' altro. Un vento leggero che sospinge le vele. La prua che taglia perfettamente il mare. La poppa che ne leviga lo strappo appena avvenuto. Beh... potessi aggiungere qualche nuvola non mi dispiacerebbe. Giusto per spezzare l' azzurra monotonia d' un cielo estivo. Certo... proporrei anche uno scoglio. Non molto grande. Quel tanto che basta per riempire l' angolo in fondo a destra. Appena uno spicchio di roccia. Così da far comprendere quale sia il punto di partenza. Un paio di figuranti da reperire in giro, e va da sé che costoro son quelli che, qualche minuto prima, agitavano candidi fazzoletti in segno di saluto. Che sia uno spicchio di luna a segnare rotta da seguire. Qualcuno, più erudito, vedrà in quel frammento d' astro l' utopia. Qualcun altro, soltanto un cielo che sorride. Lasciamo che sia l' equipaggio a decidere la destinazione. Avran diritto di remare dove han sempre voluto. Lo stesso diritto che ho io d' interpretare come desidero questo quadro. Mi scusi l' ardire monsieur Dalì se il pretesto è una sua opera. No... non sono un critico d' arte. Sono solo un sognatore...

5 commenti:

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  2. buon giorno susanna... l' opera è di Dalì, il testo l' ho scritto io :)

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  3. ma l'opera è di Vladimir Kush non di Dalì

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  4. @itella grazie per avermi fatto notare l' errore... dovevo aver caricato una foto per un' altra :)

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