lunedì 18 febbraio 2013

A rimirar le stelle con la Hepburn

"S' accomodi pure miss Audrey. Non abbia preoccupazioni. Saremo soltanto io e lei. Devo assolutamente parlarle miss Audrey. Potrebbe togliersi gli occhiali? Sa... mi mettono un pò a disagio. Ecco... wow... non mi aspettavo fosse così bella dal vivo. Oh... mi perdoni. Dicevo... devo parlarle. E mi rivolgo a lei perché incarna milioni di donne che continuano a credere nei sogni. In piccoli gesti romantici che trasformano una linea anonima nella curva di un sorriso. Che riescono a trovare un senso in missive cariche d' amore, ma senza destinatario. Insomma... lei crede nell' amore miss Audrey. E per quanto mi sforzi di cedere alla mia parte razionale, continuo a crederci anche io. Nonostante continui a cadere. Nonostante gli errori sian sempre gli stessi. Quasi che uno sceneggiatore attento li avesse piazzati lì da copione. E credo miss Audrey che non esista sensazione più bella dell' essere innamorati. Fissare un' immagine per ore. Tirare i fili di mille pensieri. Ed intrecciarli. E dar vita a nuove storie, senza star lì troppo a pensare agli esiti. Ed alle conseguenze. Perché, in fondo, sa meglio di me che l' amore ha un' unica conseguenza. L' esser felici. Magari mi sbaglio miss Audrey. Ma qualcosa mi dice che condivide il mio pensiero. Se non le spiace resterei qui a guardar le stelle in sua compagnia. Magari mi racconta la storia della colazione da Tiffany. Magari... Prendo qualche appunto".

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